PRESENTAZIONE

Questo Blog nasce per dare un modesto contributo alla memoria di uno dei momenti più bui della storia del crotonese. L'eccidio di Melissa o Fragalà, quell'evento mistificato, che volle un martire del Movimento Sociale Italiano ed una lotta dai caratteri contadino-religiosi in una lotta comunista, tricolori in bandiere rosse. Perchè ci sia giustizia bisogna innanzi tutto revisionare la memoria e riconsegnare i tragici fatti alla storia con la sua dimensione reale, non quella falsa voluta dal PartitComunista Italiano.
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ECCIDIO DI MELISSA LA STORIA MISTIFICATA...
NIGRO PRIMO CADUTO DELLA DESTRA ITALIANA.
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Il 29 ottobre del 1949 i contadini di Melissa in provincia di Crotone, guidati dal locale fondatore della sezione del Movimento Sociale Italiano e reduce della seconda guerra mondiale, Francesco Nigro (Melissa 1920-1949), con a seguito i propri familiari e gli attrezzi di lavoro, occuparono pacificamente delle terre incolte in contrada Fragalà. La polizia chiamata dal nobile Berlingeri proprietario del fondo occupato, dopo vari tentativi di far sgomberare i terreni occupati, passarono alle maniere forti, lanciando lacrimogeni e sparando colpi ad altezza uomo, rimasero uccisi tre contadini di cui lo stesso Francesco Nigro, Giovanni Zito, Angelina Mauro colpiti alla schiena e 15 altri manifestanti furono feriti. Francesco Nigro è il primo martire del MSI caduto durante una lotta, aprendo una lunga e triste serie di vittime nella destra italiana post-bellica.Pochi anni orsono da parte del giornale "Il Crotonese", il tentativo con un articolo di ristabilire la verità da sempre mistificata dal Partito Comunista Italiano e mai rivendicata dal Movimento Sociale Italiano, infatti basta vedere il quadro nell'aula consiliare del comune di Crotone, riportante Nigro durante la marcia verso il latifondo incolto di Fragalà con una bandiera rossa in mano, bandiera mai esistita. Il Crotonese tramite testimonianze aveva ricostruito i fatti, che in realtà più che una lotta politica di parte, era una vera e propria mobilitazione popolare a carattere contadino-religiosa dove tutto il paese (nessuno escluso), all'alba si mise in marcia verso il terreno incolto. Il prete intimò che non ci dovevano essere bandiere rosse, e così fu... tutti in marcia con tricolori inno nazionale e canti contadini. Per decenni il Partito Comunista Italiano, prima, e la sinistra oggi si sono professati come ispiratori di quella lotta contadina, con l'aiuto degli amministratori locali che si sono succeduti nel tempo, basta vedere come ancora oggi la storia è riportata dal sito del comune di Melissa. L'MSI comunque, stranamente, se non con timidi tentativi locali non rivendicò mai il suo martire e la partecipazione all'evento.

Ci pensiamo noi a diffondere la verità: http://www.eccidiodimelissa.blogspot.com/


(LOCANIDINA COMMEMORATIVA DELL'EPOCA)

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LA TESSERA MANCANTE
di Francesco Spanò (www.strill.it)

C'è una tessera eternamente smarrita nel "mosaico della memoria" della rivolta contadina di Melissa. Vale la pena ritrovarla. Mai si ricorda che sul campo incolto di contrada Fragalà il primo bracciante a cadere sotto i colpi dei celerini fu il ventinovenne fondatore della sezione locale del Movimento Sociale Italiano, Francesco Nigro. E che accanto a questo reduce di guerra e all'altro missino ferito Vincenzo Pandullo non vi furono solo attivisti comunisti e socialisti, ma anche giovani dell'Azione Cattolica e, soprattutto, braccianti senza in tasca alcuna tessera di partito. Perché quella di Melissa fu essenzialmente una spontanea rivolta di popolo, che affratellò nella lotta e, poi, nel dolore un'intera comunità di proletari calabresi in cerca di lavoro e giustizia sociale.
Non divida la memoria ciò che la storia ha unito nel sacrificio!
Sia,anzi, proprio il sangue innocente di Melissa a rammentarci che le grandi conquiste civili e sociali, anche quelle dei calabresi, sono spesso state il frutto del faticoso affermarsi del comune sentire del popolo. E non, come a volte piace credere a noi posteri, l'esito di una furibonda lotta tra fazioni ( classi, partiti, territori...) irregimentate e contrapposte.
Per oltre 60 anni anche i morti di Melissa sono stati benzina dell'odio di parte sparso da molti per l'interesse di pochi. Da un lato la gonfia retorica delle celebrazioni socialcomuniste,dei contadini ( finanche Francesco Nigro ) raffigurati per forza con le bandiere rosse in mano, delle canzoni militanti per cui a Melissa il popolo "coi pugni chiusi saluta le rosse bandiere sui campi". Dall'altro, il colpevole silenzio del Movimento Sociale, a disagio nel rivendicare una vittima troppo difficile da spiegare alla propria comunità politica, sempre in bilico tra socialismo nazionale e reazione, tra "morti di fame" e aristocratici.
Oggi, però, dopo decenni di scontri e feticci che hanno sfibrato e svuotato l'anima degli italiani, è tempo che la memoria si riconcili con la storia e diventi, finalmente, patrimonio di tutti. A Melissa, nel 1949, il popolo fu unito e progredì. Da quel campo insanguinato è forse lecito trarre una lezione di speranza per la Calabria e per l'Italia di oggi.


Francesco Nigro è il primo caduto
del Movimento Sociale Italiano

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(Monumento ai caduti di Melissa - Fragalà)









ALTRI CAMERATI CADUTI ...

PER NON DIMENTICARE :


Francesco Nigro - Melissa (kr) - 29 ottobre 1949: Ucciso dalla polizia mentre guidava una protesta contadina, durante l'occupazione di un latifondo nobiliare, finita nel sangue, con la sua morte e quella dei contadini Giovanni Zito e Angelina Mauro, in quello che è ricordato come l'eccidio di Melissa. Invano per anni il PCI cercò di dimostrare che Nigro era comunista, Nigro era tesserato e fondatore della locale sezione dell'MSI.


Ugo Venturini - Genova - 18 aprile 1970: E' in corso un comizio del MSI, sul palco fra gli altri Giorgio Almirante. La tensione è alle stelle. Un gruppo di camalli, armato degli uncini di ferro utilizzati per scaricare il cotone dalle navi mercantili attacca il comizio. Obbiettivo è il palco e gli esecrabili dirigenti locali e nazionali. Ugo Venturini, insieme ad altri camerati non scappa. Ugo viene raggiunto da un sasso sulla testa e cade sul selciato agonizzante,morirà il 1 Maggio.


Carlo Falvella - Salerno - 7 luglio 1972: Ucciso a coltellate sotto casa da un anarchico e due militanti dell'ultrasinistra.


Stefano e Virgilio Mattei - Roma Primavalle - 16 aprile 1973: Era la notte tra il 15 e 16 aprile 1973, nella casa popolare dove abitava Mario Mattei, il netturbino che osava fare il segretario del MSI della sezione Giarabub di Primavalle a Roma, quartiere che doveva essere e restare rosso, quando divampò un incendio, appiccato da una tanica di benzina riversata sotto l'uscio. Mario Mattei con la moglie e quattro figli riuscirono a scamparla, mentre Virgilio tenta di sfuggire alle fiamme salvando il fratello Stefano di 8 anni, il più grande e il più piccolo dei sei figli. I pompieri li trovarono carbonizzati e abbracciati vicino la finestra che non erano riusciti a scavalcare. Vennero accusati per la strage tre militanti di Potere Operaio, nel giudizio di primo grado i tre vennero assolti per mancanza di prove mentre il PM Domenico Sica aveva chiesto come pena l'ergastolo!


Giuseppe santostefano - Reggio Calabria - 31 luglio 1973: Durante un comizio del Partito comunista, il sindacalista viene aggredito da un gruppo di militanti rossi. Muore poche ore dopo senza riprendere conoscenza.


Emanuele Zilli - Pavia - 5 novembre 1973: Emanuele Zilli, 25 anni, esponente e attivista del Movimento Sociale Italiano fù prelevato da un cammando di comunisti mentre si trovava di fronte alla sede del MSI e selvaggiamente percosso.


Mikis Mantakas - Roma - 28 febbraio 1975: E' il 28 febbraio 1975 e a Roma continuano le violenze contro la gioventù nazional popolare. Viene assassinato in piazza Risorgimento a Roma lo studente greco del FUAN, MIKIS MANTAKAS. La colpa di cui si era macchiato era stata quella di aver partecipato alle manifestazioni di protesta di metà febbraio per l'orribile assassinio dei Fratelli Mattei. Studente universitario straniero, attivo militante del FUAN. Mikis fu ucciso a colpi d'arma da fuoco durante un assalto alla sede MSI di Via Ottaviano.Giuseppe Mazzola,


Graziano Giralucci - Padova 17 giugno 1974: Un gruppo di fuoco delle BR fa irruzione nella sede del MSI di Padova. Nella sede vi sono due militanti, Giuseppe e Graziano. Vengono ammazzati come cani. La stampa di regime tenterà di addossare la colpa degli omicidi ad una faida interna fra Camerati aggiungendo dolore alle famiglie straziate.


Sergio Ramelli - Milano - 29 marzo 1975: Il 13 marzo 1975, verso le ore 13, Sergio Ramelli residente a Milano in via Amadeo 40, stava appoggiando il motorino poco oltre l'angolo con via Paladini nei pressi della sua abitazione. Veniva aggredito da alcuni giovani armati di chiavi inglesi: dopo aver tentato disperatamente di difendersi proteggendosi il capo con le mani ed urlando, veniva colpito più volte e lasciato a terra esamine. Nelle settimane successive alternava a lunghi periodi di incoscienza brevi tratti di lucidità e moriva il 29 aprile 1975.


Mario Zicchieri - Roma - 29 ottobre 1975: E' il pomeriggio del 29 ottobre 1975 quando un gruppetto di ragazzi si accinge ad aprire, come tutti i pomeriggi, la sezione Prenestino del MSI in via Erasmo da Gattamelata. Stanno chiacchierando voltando le spalle alla strada quando arriva un'auto, un finestrino si abbassa, ne esce la canna segata di un fucile che esplode pochi, rapidi colpi, centrando in pieno il gruppo di ragazzi. La micidiale scarica di pallettoni uccide sul colpo Mario Zicchieri.


Ernico Pedenovi - Milano 29 aprile 1976: Ucciso un anno dopo Ramelli da militanti di estrema sinistra aspiranti ad entrare in "Prima Linea" con colpi d'arma da fuoco sotto casa alle 7 del mattino.


Angelo pistolesi - Roma - 28 dicembre 1977: Ucciso sotto casa dopo averlo fatto scendere con una scusa, con colpi d'arma da fuoco dal gruppo "Nuovi Partigiani".


Franco Bigonzetti - Roma - 7 gennaio 1978: Ucciso da un commando di 5-6 giovani con colpi di mitraglietta dinanzi alla sede MSI di Acca Larentia.


Francesco Ciavatta - Roma - 7 gennaio 1978: Ucciso da un commando di 5-6 giovani con colpi di mitraglietta dinanzi alla sede MSI di Acca Larentia.


Stefano Recchioni - Roma - 7 gennaio 1978: Ucciso dopo poche ore gli omicidi Bigonzetti - Ciavatta, dal capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori, dinanzi ad Acca Larentia, a causa degli scontri con le forze dell'ordine causati dalla tensione e dal gesto di un operatore RAI che per disprezzo o distrazione getta un mozzicone di sigaretta sul sangue ancora fresco di Ciavatta.


Alberto Gianquinto - Roma - 10 gennaio 1979: Ucciso durante i tafferugli della commemorazione di Acca Larentia da un proiettile, che lo colpisce alla testa, esploso a distanza ravvicinata dall'agente in borghese Alessio Speranza.


Stefano Cecchetti - Roma - 11 gennaio 1979: Ucciso poche ore dopo Giaquinto, di fronte ad un bar dei giovani di destra da colpi d'arma da fuoco sparati da un auto in corsa. L'agguato è rivendicato da "Compagni Organizzati per il Comunismo".Francesco Cecchin - Roma - 16 giugno 1979Atteso da un commando comunista, sotto casa, viene aggredito e colpito duramente al capo. Il corpo viene poi afferrato e scagliato in un cortile del garage con un volo di 5 metri.


Angelo Mancia - Roma 12 marzo 1980: Ucciso sotto casa da due killer di "Compagni Organizzati in Volante Rossa" con due colpi di pistola alla schiena e un colpo di grazia alla nuca; era dipendente del "Secolo d'Italia" e segretario della sezione Talenti.


Nanni De Angelis - Roma - 5 ottobre 1980: Ucciso in carcere in circostanze misteriose: venne trovato impiccato e si parlò subito di suicidio, ma le cose non stavano cosi...


Paolo Di Nella - Roma - 2 febbraio 1983: Ucciso con un colpo di spranga da un gruppo di autonomi mentre al quartiere Trieste stava affiggendo manifesti sul verde pubblico. Morirà dopo 7 giorni di coma.